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Colf e Badanti – Buste paga: da ottobre cambiano le regole

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Il nuovo contratto. Primi effetti dell’accordo concluso l’8 settembre. Altre misure operative da gennaio 2021. Si applicano a oltre un milione di colf, badanti e baby sitter le regole del nuovo Contratto collettivo per il lavoro domestico, siglato l’8 settembre e in vigore da giovedì 1° ottobre.

La platea è composta infatti dagli 848.987 lavoratori domestici regolari censiti dall’ Inps e dai 176.848 in fase di regolarizzazione, con la sanatoria prevista dal decreto Rilancio (articolo 103 del Dl 34/2020, convertito dalla legge 77/2020), che ha chiuso i battenti il 15 agosto. Per questi ultimi, dovrà essere completata la procedura di emersione, che porterà i lavoratori extracomunitari ad avere un regolare permesso di soggiorno, con un iter che potrebbe richiedere molti mesi. Ma intanto il rapporto di lavoro con il datore può continuare (o partire) e le famiglie devono far fronte alla retribuzione dei propri collaboratori e al versamento dei contributi. Assistenti familiari Il nuovo contratto collettivo si rivolge alla figura professionale degli «assistenti familiari» (come vengono definiti i lavoratori domestici all’ articolo 1 del Ccnl), suddivisi in quattro livelli a seconda che si occupino della cura della casa o dell’assistenza di persone (bambini o anziani), autosufficienti o no. Riconosce dunque, anche dal punto di vista retributivo, alcune indennità ad hoc ai lavoratori che seguono i bambini più piccoli o che si occupano di più di una persona non autosufficiente. Il nuovo pacchetto di regole punta anche sulla formazione, introducendo la possibilità di permessi retribuiti dalle famiglie fino a 64 ore all’ anno per i lavoratori che volessero seguire corsi, e una maggiorazione mensile che potrà essere versata (tra un anno) agli assistenti familiari che abbiano ottenuto la certificazione di qualità disciplinata dalla norma tecnica Uni 11766:2019 (il cosiddetto “patentino” delle colf).

E poiché l’88,7% dei lavoratori domestici è di sesso femminile, nel nuovo Ccnl trova spazio anche un congedo per le donne vittime di violenza: la lavoratrice inserita nei percorsi di protezione per la violenza di genere, certificati dai servizi sociali del Comune o da case rifugio, potrà astenersi dal lavoro per motivi legati al percorso di protezione per un periodo massimo di tre mesi, con una indennità versata dall’ Inps. Per le famiglie datrici di lavoro domestico, gli unici aiuti riconosciuti dallo Stato per incentivare la regolarità del rapporto sono la possibilità di portare in deduzione dall’ imponibile Irpef i contributi versati ai lavoratori, e la detrazione per l’assistenza a persone non autosufficienti, che si applica solo a chi ha un reddito fino a 40mila euro e vale al massimo 399 euro all’ anno (il 19% di 2.100 euro). Per questo le associazioni datoriali chiedono da anni che sia riconosciuto un ulteriore beneficio fiscale sulle spese sostenute per retribuire gli assistenti familiari. Questo potrebbe spingere l’emersione di un’ampia quantità di lavoro irregolare: si stima che lavorino in nero, nelle famiglie italiane, 1,2 milioni di persone.

Che cosa cambia dal 1° ottobre In vista della busta paga di ottobre, ciascuna famiglia che impiega un lavoratore domestico deve valutare l’impatto delle nuove indennità. In particolare, le baby sitter sono state portate tutte in un unico livello di inquadramento (BSuper), e come “compensazione” per questo passo indietro (con il precedente contratto potevano essere inquadrate anche a un livello superiore), a coloro che assistono bambini sotto i sei anni è stata riconosciuta una indennità mensile da 115, 76 euro. Per i lavoratori domestici di livello CSuper e D-Super che curano più di una persona non autosufficiente è prevista una indennità mensile da 100 euro. Questi importi sono “assorbibili” da eventuali superminimi individuali del lavoratore. Significa che se la famiglia versa al lavoratore una paga oraria già superiore ai minimi contrattuali, e questo “superminimo” vale già più di 115,76 o di 100 euro al mese, l’indennità non avrà alcun impatto. In caso contrario, il rincaro dei costi, per la famiglia, dovrebbe farsi sentire. Che cosa cambia da gennaio Scattano invece da gennaio gli aumenti retributivi stabiliti con il nuovo Ccnl: per i lavoratori conviventi inquadrati al livello B-Super, l’aumento è di 12 euro al mese, da riparametrare per gli altri livelli.

Dal nuovo anno aumentano da 3 centesimi a 6 centesimi l’ora i contributi alla Cassa Colf. Si conoscerà poi dal 2021 l’aggiornamento dei contributi Inps.

( Articolo di Valentina Melis pubblicato su “Il Sole 24Ore” )

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