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Rischio effetto domino per i «cattivi pagatori»

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Crisi di liquidità. Una temporanea emergenza finanziaria può far precipitare verso un dissesto definitivo il soggetto debitore

Le novità introdotte con il nuovo regolamento dell’Eba potrebbero avere effetti devastanti sulle famiglie, sulle aziende e più in generale sul tessuto sociale del nostro Paese. L’ introduzione di una serie di rigidità e automatismi, con blocco dei conti e iscrizione nel registro dei cattivi pagatori che scattano al superamento di determinate soglie (si veda l’ articolo sopra), rischia di compromettere irrimediabilmente la possibilità di far rialzare la testa a tante famiglie e aziende, già messe in ginocchio dagli effetti della pandemia e da questi lunghi mesi di restrizioni.

In un contesto che vede un numero crescente di famiglie e imprese versano in difficoltà economiche, basta una spesa imprevista per portare a uno sconfinamento sul conto e, di conseguenza, con le nuove regole Eba, a una loro paralisi definitiva.


Dal momento in cui un consumatore o un’azienda vengono classificati come “soggetti deteriorati”, la loro possibilità di accedere a credito ulteriore si ferma e quindi quella che poteva essere un segnale di una temporanea difficoltà finanziaria, rischia di far precipitare verso una crisi definitiva il soggetto debitore.


È evidente quindi il pericolo che si cela dietro questa normativa: veder proliferare i casi di indigenza, soprattutto quando verranno meno anche le misure di sostegno e aiuto che il Governo ha finora rinnovato a più riprese, come lo stop ai licenziamenti e la Cig straordinaria, ma che sono destinate prima o poi a volgere al termine.


I consumatori che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese devono quindi prestare molta attenzione alle nuove regole. Ma anche coloro che in genere rispettano con puntualità le scadenze di pagamento non possono più permettersi di andare in rosso sul conto corrente anche eccezionalmente, per un periodo continuativo superiore a 90 giorni. Occorre quindi cambiare un po’ le proprie abitudini e monitorare con più frequenza i saldi del conto corrente e della carta di credito, per evitare di ritrovarsi etichettato come inadempiente e incorrere nelle azioni di recupero del credito da parte della banca, anche solo per piccoli sconfinamenti sul conto o per arretrati di pagamento di importo modesto che attualmente non generano conseguenze in termini di classificazione come “cattivo pagatore”.


Ormai tutte le banche consentono ai clienti di avere accesso con una app sullo smartphone alle movimentazioni del conto. E sono ormai numerose anche le applicazioni gratuite sui vari App Store per smartphone, iPhone, tablet e iPad, che consentono di gestire i conti di casa e monitorare, ma anche programmare, le entrate e le uscite familiari.


La tecnologia può aiutare a percepire in anticipo l’insorgenza di eventuali difficoltà economiche e “invitarci” a prendere appuntamento in banca per trovare una soluzione prima che sia troppo tardi; dall’ apertura di un fido, all’ estensione dell’affidamento già concordato in passato e ritenuto non più sufficiente. E ancora.


Qualora il consumatore constata di non essere in grado di pagare le rate di un mutuo o di un prestito, può chiedere una rinegoziazione delle condizioni alla banca o alla finanziaria con cui ha stipulato il contratto di finanziamento. Un allungamento del prestito, ad esempio, rende le rate mensili più basse e quindi più sostenibili.


Nei casi più gravi esiste anche la possibilità di sospendere le rate. Soluzioni che comunque generano, direttamente o indirettamente, un costo aggiuntivo che va valutato. Ma iniziare a chiedere e fare domande per trovare una soluzione insieme al consulente allo sportello non costa niente.

(Articolo di Gianfranco Ursino pubblicato su “Il Sole 24ore”)

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