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Flow-chart con indicazioni per la gestione dei casi in azienda

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Sintomi più comuni di COVID-19 nella popolazione generale: febbre, brividi, tosse, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), rinorrea/congestione nasale, faringodinia, diarrea (ECDC, 31 luglio 2020).

A DOMICILIO

  • Il soggetto con sintomi resta a casa
  • Avvisa tempestivamente il medico di base e comunica l’assenza dal lavoro per motivi di salute, con certificato medico

SUL LAVORO

  • Divieto di accesso in azienda a tutti coloro che presentano sintomini simil-influenzali e/o temperatura corporea superiore a 37.5;
  • In caso il rialzo termico e/o la comparsa di sintomi simil-influenzali avvengano durante la giornata/turno di lavoro, il lavoratore lo dichiara immediatamente all’ufficio del personale, indossa la mascherina chirurgica e si allontana dagli altri lavoratori. Deve successivamente recarsi a casa e contattare il medico di base;
  • Se non è nelle condizioni di rientrare in sicurezza al proprio domicilio chiamare il 112/118. In nessun caso il lavoratore deve essere portato o recarsi in pronto soccorso;
  • Si puliscono e disinfettano superfici ed ambienti e si favorisce il ricambio dell’aria;
  • Il soggetto contatta il Medico curante per la valutazione clinica del caso;
  • Il Medico curante, in caso di sospetto COVID-19, richiede tempestivamente il test diagnostico

Se il test è POSITIVO

  • L’Azienda collabora con l’Autorità Sanitaria per la definizione degli eventuali “contatti stretti” al fine di permettere alle autorità di applicare le necessarie e opportune misure di quarantena. Nel periodo dell’indagine, l’azienda potrà chiedere agli eventuali possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente l’azienda, secondo le indicazioni dell’Autorità sanitaria. Per la ricostruzione dei contatti stretti è necessario considerare quelli avvenuti nelle 48 ore prima della comparsa dei sintomi e quelli avvenuti nei 14 giorni successivi alla comparsa dei sintomi. Per i casi asintomatici, considerare le 48 ore precedenti la raccolta del campione che ha portato alla diagnosi e i 14 giorni successivi alla diagnosi;
  • L’Azienda dovrà segnalare all’Autorità Sanitaria anche eventuali lavoratori con fragilità;
  • L’Azienda attiva la sanificazione straordinaria; la sanificazione andrà effettuata se sono trascorsi 7 giorni o meno da quando il soggetto positivo ha visitato/utilizzato la struttura nella sua parte utilizzata

La gestione dei casi è la seguente

  • Casi positivi asintomatici: Le persone asintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test).
  • Casi positivi sintomatici: Le persone sintomatiche risultate positive alla ricerca di SARS-CoV-2 possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando le alterazioni dell’olfatto e del gusto che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test);
  • Casi positivi a lungo termine: Le persone che, pur non presentando più sintomi, continuano a risultare positive al test molecolare per SARS-CoV-2, in caso di assenza di sintomatologia (non considerando le alterazioni dell’olfatto e del gusto che possono avere prolungata persistenza nel tempo) da almeno una settimana, potranno interrompere l’isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi. Questo criterio potrà essere modulato dalle autorità sanitarie d’intesa con esperti clinici e microbiologi/virologi, tenendo conto dello stato immunitario delle persone interessate (nei pazienti immunodepressi il periodo di contagiosità può essere prolungato).
  • Contatti stretti asintomatici: contatti stretti di casi con infezione da SARS-CoV-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie, devono osservare: un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso; oppure un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato il decimo giorno.

Se il test è NEGATIVO:

Il soggetto rimane a casa fino a guarigione clinica seguendo le indicazioni del Medico curante;

Il medico curante per il rientro in azienda del lavoratore redige un’attestazione di conclusione del percorso diagnostico-terapeutico raccomandato o in alternativa il lavoratore esibisce l’esito del tampone negativo al medico competente

Se il lavoratore è assente per condizioni cliniche non sospette per COVID-19, per la riammissione al lavoro è sufficiente la chiusura del periodo di malattia o un’attestazione del medico curante di conclusione del percorso diagnostico-terapeutico raccomandato.

INDICAZIONI PER LAVORATORI

Al fine di gestire le situazioni legate ai malanni di stagione con sintomatologie simil Covid-19 suggeriamo di fornire le seguenti direttive ai lavoratori:

  • Se la mattina non vi sentite in forma, avete sintomi influenzali, prendetevi un giorno per vedere l’evoluzione dei sintomi contattando il vostro medico di famiglia. Se il Vostro medico di famiglia vi inserisce tra i soggetti in attesa di tampone, comunicatelo immediatamente all’ufficio personale; in questo caso NON potete accedere all’azienda.
  • Se avete figli o conviventi messi in attesa di tampone e/o in isolamento fiduciario, comunicatelo immediatamente all’ufficio personale.
  • Se siete in quarantena, la durata del certificato di malattia deve coprire tutti i giorni di quarantena.

INDICAZIONE PER GESTIONE INTERNA AZIENDALE

Per quanto riguarda invece le linee di comportamento da tenere in merito alla gestione di casi accertati o presunti in azienda, suggeriamo quanto segue:

CASO 1 – Lavoratore convivente o in contatto stretto* con soggetto messo in attesa di tampone

In attesa dell’esito del tampone del convivente o contatto stretto non protetto del proprio lavoratore, valutare se possibile l’utilizzo dello smart working o delle ferie. Qualora non fosse possibile, rafforzare le regole in merito alla protezione, distanza e igienizzazione

CASO 2 – Lavoratore messo in attesa di tampone

Qualora il proprio lavoratore venisse messo in attesa del tampone, si consiglia di valutare di anticipare le eventuali iniziative dell’AUTORITÀ SANITARIA sottoponendo i lavoratori, che sono stati in contatto con il lavoratore indagato, a screening tramite tampone antigenico rapido o tampone molecolare presso strutture autorizzate. Ricordiamo che tali tests non possono essere obbligatori, ma solo su base volontaria. Ricordiamo inoltre che, dal momento del contagio, intercorrono mediamente dai 3 ai 10 giorni di incubazione; in tale periodo è possibile che i test diano dei falsi negativi.

CASO 3 – Lavoratore positivo al tampone

Nel caso il proprio lavoratore risultasse positivo al tampone, qualora si fosse già attivata internamente procedura di cui al CASO 2, attendere eventuali istruzioni da parte dell’Autorità Sanitaria segnalando di aver già provveduto allo screening dei colleghi.

Qualora non si fosse già attivata procedura di cui al CASO 2, si consiglia di prendere contatto con l’Autorità Sanitaria e contestualmente attivarsi per una attività di screening dei colleghi che possono avere avuto contatti diretti. Anche in questo caso lo screening è su base volontaria, salvo su eventuali convocati direttamente dall’Autorità Sanitaria. Ricordiamo che il contatto stretto, che viene convocato per tampone obbligatorio, viene stabilito dall’Autorità Sanitaria su indicazione del medico competente e/o del soggetto positivo. Per il rientro del lavoratore seguire le indicazioni previste dal Protocollo nazionale. Per tutti i casi di cui sopra fondamentale è il coinvolgimento del Medico Competente.

Per contatto stretto si intende [Fonte: salute.gov.it]:

Il “Contatto stretto” (esposizione ad alto rischio) di un caso probabile o confermato è definito come:

  • una persona che vive nella stessa casa di un caso COVID-19
  • una persona che ha avuto un contatto fisico diretto con un caso COVID-19 (per esempio la stretta di mano);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto non protetto con le secrezioni di un caso COVID19 (ad esempio toccare a mani nude fazzoletti di carta usati);
  • una persona che ha avuto un contatto diretto (faccia a faccia) con un caso COVID-19, a distanza minore di 2 metri e di almeno 15 minuti;
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso COVID-19 in assenza di DPI idonei;
  • una persona che si è trovata in un ambiente chiuso (ad esempio aula, sala riunioni, sala d’attesa dell’ospedale) con un caso di COVID-19 per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri (fonte www.ecdc.europa.eu);
  • un operatore sanitario o altra persona che fornisce assistenza diretta ad un caso COVID-19 oppure personale di laboratorio addetto alla manipolazione di campioni di un caso COVID-19 senza l’impiego dei DPI raccomandati o mediante l’utilizzo di DPI non idonei;
  • una persona che ha viaggiato seduta in treno, aereo o qualsiasi altro mezzo di trasporto entro due posti in qualsiasi direzione rispetto a un caso COVID-19; sono contatti stretti anche i compagni di viaggio e il personale addetto alla sezione dell’aereo/treno dove il caso indice era seduto.

Nota: gli operatori sanitari, sulla base di valutazioni individuali del rischio, possono ritenere che alcune persone, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto, abbiano avuto un’esposizione ad alto rischio.

( Articolo curato dall’Ufficio Medicina del Lavoro Silaq pubblicato su Circolare Silaq )

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