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Il genio italico dell’aggroviglio

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Ci vuole pazienza, in Italia, tanta pazienza. Anche quando il governo si rende conto che la situazione è drammatica e, invece di aumentare le imposte, decide di dare ossigeno agli operatori economici nella speranza di ridurne la morìa (che comunque ci sarà), i meccanismi sono talmente complessi e laboriosi da generare più malumori che ringraziamenti.

Ci deve essere qualche anomalia nel nostro codice genetico. Primo problema, i tempi: sono già passati più di tre mesi dall’inizio del lockdown eppure solo oggi (15 giugno) è possibile presentare le domande per i contributi a fondo perduto che dovrebbero avere la funzione di mettere un cerotto sulle ferite di imprese e lavoratori autonomi che sono stati obbligati a sospendere l’attività per due o tre mesi. È noto che la nostra burocrazia ha una nozione del tempo diversa da quella dei comuni mortali. E i soldi, quando arriveranno? Non si sa. Forse a settembre. Anche se le istruzioni prevedono che l’ultima Istanza trasmessa sostituisce tutte quelle precedentemente inviate per le quali non è stato già eseguito il mandato di pagamento del contributo (lasciando presumere che i pagamenti avverranno in pochi giorni dalla presentazione della domanda), c’è infatti tempo fino al 24 agosto per chiedere il bonus e se si cominciassero a distribuire gli aiuti mano a mano che le domande vengono presentate si correrebbe il rischio che a un certo punto i soldi finiscono e tutti quelli che arrivano dopo restino con un pugno di mosche in mano.

Al contrario se si attenderà la presentazione di tutte le domande, nel caso i sei miliardi e 200 milioni stanziati (che non sono pochi) non dovessero bastare, si potrebbero ripartire in modo più equo. Inoltre, il decreto legge Rilancio, avendo appena iniziato l’iter parlamentare per la conversione in legge, potrebbe subire modifiche importanti anche sui soggetti ammessi o esclusi. Ma questo significherebbe allungare i tempi oltre il tollerabile e rendere inutile, in molti casi, il pronto soccorso finanziario. ItaliaOggi ha pubblicato nei giorni scorsi il racconto dell’esperienza di un imprenditore con unità produttive in Italia e in Gran Bretagna: mentre qui non ha ancora visto un euro di tutti gli aiuti promessi, a Londra è bastato compilare un modello di due paginette per avere in tre giorni ‘accredito delle somme sul conto corrente. Perché?

Comunque ci sono alcuni aspetti del meccanismo che potrebbero essere migliorati. Per esempio il fatto di prendere a riferimento il calo di fatturato del mese di aprile 2020 su aprile 2019: parametrarsi su un solo mese rischia di portare a risultati estremamente favorevoli o sfavorevoli in funzione di operazioni effettuate o non effettuate in quel mese ma non facilmente ripetibili, forse sarebbe stato meglio utilizzare tutto il primo quadrimestre. Anche l’esclusione dei professionisti, commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati, medici o ingegneri non ha alcuna giustificazione. Idem per i lavoratori dello spettacolo e per i professionisti in gestione separata. Non potevano mancare i dubbi in materia sanzionatoria: è stato infatti introdotto un nuovo reato per il caso di falsa autodichiarazione antimafia con sanzioni da due a sei anni di reclusione oltre alla confisca, anche per equivalente. Il nuovo reato si va però a sovrapporre a quello già esistente previsto dall’ articolo 316-ter del codice penale, creando qualche problema di coordinamento.

È però possibile che queste incongruenze vengano corrette durante la discussione parlamentare. Ma questo significa introdurre ulteriori elementi di complicazione. Non ci si poteva pensare prima?

( Articolo di Marino Longoni pubblicato su “Italia Oggi sette” )

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