Giù i contributi a fondo perduto
Cioè perde il 5% di aiuto nella versione definitiva del decreto legge Rilancio, approvata mercoledì scorso dal Consiglio dei ministri, rispetto all’ impostazione contenuta nelle bozze di provvedimento in entrata. L’aiuto scende, così, al 20% dei mancati ricavi (dovuti all’emergenza Covid-19) per le imprese più piccole e passa al 10% per la grande platea delle imprese con fatturato che va da 1 fino a 5 milioni. I beneficiari dell’incentivo non sono solo le imprese, ma tutti «i soggetti esercenti attività d’impresa, di lavoro autonomo e di reddito agrario, titolari di partita Iva, colpiti dall’ emergenza epidemiologica Covid-19». L’entità del contributo a fondo perduto dovrebbe essere da un minimo di 2.000 a 40.000 euro.
Questo si legge nella bozza del decreto entrato in consiglio dei ministri. Sono beneficiarie del contributo le sole imprese che hanno subito un significativo calo del fatturato o dei corrispettivi. L’indennizzo viene limitato al solo mese di aprile, anche se la maggioranza delle imprese sono rimaste chiuse dal 9 marzo al 4 maggio. I mancati ricavi si calcolano nella differenza tra quanto messo segno in aprile 2019 rispetto ad aprile 2020. Il calo deve essere significativo, ossia inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato e dei corrispettivi. Per determinare gli importi da prendere a raffronto, il decreto specifica di fare riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessione di beni da parte dell’impresa. Quindi, la data di cessione dei beni non quella della loro realizzazione per le imprese. Per gli altri soggetti indica, invece, di considerare la data della prestazione dei servizi. L’indennizzo viene riconosciuto applicando una percentuale sulla differenza tra l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato e dei corrispettivi del mese di aprile 2019.
Il rimborso che verrà effettuato con bonifico da parte dell’Agenzia delle entrate, previa domanda da parte del beneficiario prevede percentuali diverse a seconda dell’importo fatturato. I più agevolati sono i soggetti che hanno ricavi o compensi minimi fino a quattrocentomila euro nel periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto. Un 15% viene riconosciuto ai soggetti con ricavi o compensi superiori a quattrocentomila euro e fino a un milione di euro. La base del calcolo è sempre il periodo d’imposta precedente a quello in corso alla data di entrata in vigore del decreto. Mentre i soggetti con ricavi o compensi superiori a un milione di euro e fino a cinque milioni hanno un rimborso del solo 10%. Il contributo non concorre alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi. L’incentivo non è automatico e prevede che impresa si candidi ad ottenere il contributo. Per farlo deve tenere d’occhio il sito dell’agenzia delle entrate che informerà quando la procedura è attiva. I soggetti che hanno avuto il calo di fatturato dovranno presentare una apposita istanza corredata da autodichiarazione antimafia. Se la dichiarazione antimafia fosse non veritiera il soggetto che presenta istanza è penalmente perseguibile e rischia il carcere.
L’istanza deve essere presentata entro sessanta giorni dalla data in cui la procedura telematica viene messa a disposizione. Le modalità di invio saranno definite con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate. L’istanza può essere presentata, per conto del soggetto interessato, anche da un intermediario delegato al servizio del cassetto fiscale dell’Agenzia delle entrate o ai servizi per la fatturazione elettronica. Dovrà contenere i dati identificati dell’impresa del legale rappresentante le coordinate del conto corrente per il rimborso e l’importo che viene richiesto. Non è ancora definito se importo dei 5 milioni di fatturato che permette alle imprese di partecipare riguarda la singola impresa o se deve essere assommare anche quello di eventuali collegate o controllate. La classificazione di pmi non è citata questo farebbe presumere che si tratti di un contributo che può richiedere ogni singola impresa, così come succede per le Mid Cup sul fondo di garanzia per pmi.
( Articolo di Roberto Lenzi pubblicato su “Italia Oggi” )