Fisco, sblocca rimborsi e bonus affitti per le imprese
Uno sblocca rimborsi come terza via per sostenere la liquidità delle imprese e un bonus affitti ad ampio raggio. Sono i due pilastri del pacchetto fiscale che il Governo punta a inserire nel decreto di fine mese per sostenere famiglie, lavoratori e soprattutto imprese.
Lo sblocca rimborsi nasce dall’esigenza di evitare che un imprenditore vada a chiedere un finanziamento solo per pagare le imposte sospese a marzo, aprile e maggio pur avendo in bilancio rimborsi o crediti d’imposta bloccati dalla burocrazia del Fisco o dalla mancanza di somme da compensare. Dal 1° maggio, ad esempio, le filiere più colpite e i contribuenti fino a 2 milioni di euro di volume d’affari saranno chiamati a versare, anche a rate, Iva e ritenute sospese a marzo per almeno 2,5 miliardi di euro. Per sbloccare una buona parte di crediti d’imposta fermi nei bilanci delle imprese, dunque, si studia – risorse permettendo – l’aumento da 700mila euro a un milione di euro del tetto per le compensazioni orizzontali.
Una modifica particolarmente attesa dal mondo delle imprese che, proprio per agevolare anche le attività produttive di maggiori dimensioni rimaste fuori dalle sospensioni dei versamenti, avrebbe chiesto al Governo di valutare la possibilità di elevare questo tetto anche fino a 5 milioni. È di tutta evidenza che la possibilità di compensare somme importanti consentirebbe alle imprese di utilizzare già a partire dal prossimo 16 maggio i crediti d’imposta fermi la palo per pagare le imposte dovute. Per sbloccare i rimborsi c’è allo studio anche la rimozione dell’obbligo oggi imposto all’agente della riscossione di presentare al contribuente che chiede il recupero di somme a credito, ma che ha somme iscritte a ruolo, la proposta di compensare con quelle risorse i suoi debiti. Una procedura che oggi paralizza di fatto le richieste di rimborso visto che l’attività degli agenti della riscossione è stata bloccata dal 2 marzo dal decreto Cura Italia, mentre il blocco preventivo è rimasto. La terza operazione dello sblocca rimborsi si concentra sulla compensazione dei crediti commerciali con i debiti fiscali. Si punta a rimuovere la soglia dei 5.000 euro oltre cui ogni credito commerciale va prima compensato con eventuali debiti iscritti a ruolo dovuti dal creditore della Pubblica amministrazione.
L’idea è quella di sospendere questo obbligo per le Pa e riattivarlo sulle prossime fatture una volta terminata l’emergenza. L’altra leva per sostenere piccoli e grandi imprenditori è il credito d’imposta sugli affitti. Il decreto Cura Italia ha previsto un bonus del 60% dei canoni di locazione di quegli immobili classificati C/1 (botteghe e negozi) rimasti chiusi per l’emergenza. L’ipotesi a cui si starebbe lavorando è quella di prorogare il credito d’imposta per i mesi di aprile e maggio e soprattutto di estenderlo a tutti gli immobili ad uso non abitativo colpiti dall’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento. Al primo posto ci sarebbero alberghi, ristoranti o capannoni delle imprese.
Tra le altre ipotesi allo studio anche la possibilità di autorizzare la cessione del credito d’imposta sull’affitto al proprietario dell’immobile così da trasformare il bonus del locatario in uno sconto sul canone di locazioneUno sblocca rimborsi come terza via per sostenere la liquidità delle imprese e un bonus affitti ad ampio raggio. Sono i due pilastri del pacchetto fiscale che il Governo punta a inserire nel decreto di fine mese per sostenere famiglie, lavoratori e soprattutto imprese. Lo sblocca rimborsi nasce dall’esigenza di evitare che un imprenditore vada a chiedere un finanziamento solo per pagare le imposte sospese a marzo, aprile e maggio pur avendo in bilancio rimborsi o crediti d’imposta bloccati dalla burocrazia del Fisco o dalla mancanza di somme da compensare.
Dal 1° maggio, ad esempio, le filiere più colpite e i contribuenti fino a 2 milioni di euro di volume d’affari saranno chiamati a versare, anche a rate, Iva e ritenute sospese a marzo per almeno 2,5 miliardi di euro. Per sbloccare una buona parte di crediti d’imposta fermi nei bilanci delle imprese, dunque, si studia – risorse permettendo – l’aumento da 700mila euro a un milione di euro del tetto per le compensazioni orizzontali. Una modifica particolarmente attesa dal mondo delle imprese che, proprio per agevolare anche le attività produttive di maggiori dimensioni rimaste fuori dalle sospensioni dei versamenti, avrebbe chiesto al Governo di valutare la possibilità di elevare questo tetto anche fino a 5 milioni.
È di tutta evidenza che la possibilità di compensare somme importanti consentirebbe alle imprese di utilizzare già a partire dal prossimo 16 maggio i crediti d’imposta fermi la palo per pagare le imposte dovute. Per sbloccare i rimborsi c’è allo studio anche la rimozione dell’obbligo oggi imposto all’agente della riscossione di presentare al contribuente che chiede il recupero di somme a credito, ma che ha somme iscritte a ruolo, la proposta di compensare con quelle risorse i suoi debiti. Una procedura che oggi paralizza di fatto le richieste di rimborso visto che l’attività degli agenti della riscossione è stata bloccata dal 2 marzo dal decreto Cura Italia, mentre il blocco preventivo è rimasto.
La terza operazione dello sblocca rimborsi si concentra sulla compensazione dei crediti commerciali con i debiti fiscali. Si punta a rimuovere la soglia dei 5.000 euro oltre cui ogni credito commerciale va prima compensato con eventuali debiti iscritti a ruolo dovuti dal creditore della Pubblica amministrazione. L’idea è quella di sospendere questo obbligo per le Pa e riattivarlo sulle prossime fatture una volta terminata l’emergenza. L’altra leva per sostenere piccoli e grandi imprenditori è il credito d’imposta sugli affitti. Il decreto Cura Italia ha previsto un bonus del 60% dei canoni di locazione di quegli immobili classificati C/1 (botteghe e negozi) rimasti chiusi per l’emergenza.
L’ipotesi a cui si starebbe lavorando è quella di prorogare il credito d’imposta per i mesi di aprile e maggio e soprattutto di estenderlo a tutti gli immobili ad uso non abitativo colpiti dall’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento. Al primo posto ci sarebbero alberghi, ristoranti o capannoni delle imprese. Tra le altre ipotesi allo studio anche la possibilità di autorizzare la cessione del credito d’imposta sull’affitto al proprietario dell’immobile così da trasformare il bonus del locatario in uno sconto sul canone di locazione
( Articolo di Marco Mobili su Il Sole24Ore )